Ancora senza regole i titoli tossici


12 Ottobre 2009 - Da molte settimane, ormai, i risparmiatori si sentono ripetere quasi ossessivamente che la crisi è alle nostre spalle, ma una domanda si pone per evitare ricadute future: il sistema finanziario, in generale, ha imparato qualcosa dalla bolla finanziaria che ha colpito il mondo nell’estate del 2008 ?

Non sembrerebbe: zitti, zitti, gli istituti bancari hanno ripreso le cartolarizzazioni: facciamo un esempio. La banca concede un mutuo che si deve restituire rateizzato e con gli interessi. Ma, per allontanare al massimo i rischi connessi ad un eventuale mancato rientro del capitale, l’ istituto lo divide e lo rivende sotto forma di titoli.
In questa maniera la banca acquisisce liquidità da utilizzare a sua volta per concedere altri mutui o per investire in prodotti finanziari. Chi acquista i titoli può, a sua volta, rivenderli.
Questo meccanismo è la causa del crac del 2008.

Nel 2009 le banche italiane hanno cartolarizzato crediti per oltre 95 miliardi di euro soprattutto immobiliari, concessi in cambio di ampie garanzie ed onorati per oltre il 97%.
Ma anche se, secondo il direttore del mensile economico Valori, Di Stefano, oggi si fa attenzione alla bontà del prodotto finanziario, non ci sono tuttavia regole vincolanti.

Secondo l’ economista Loretta Napoleoni, gran parte delle istituzioni pubbliche e religiose ha investito le proprie risorse negli hedge fund, le finanziare responsabili, in parte, del grande crollo dei mercati.

Queste istituzioni, nella speranza che il grande gioco speculativo riprenda il più presto possibile per far rialzare le quotazioni dei propri pacchetti azionari, non vedono di buon occhio l’imposizione di una legislazione più severa in grado di regolarizzare l’ attività di Borsa.

Maurizio Zani - XageneFinanza2009



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