Fondi comuni: fuori dal tunnel ?


13 Novembre 2009 - Da più di un anno, oramai, i risparmiatori sono alle prese con il dilemma di dove investire i propri risparmi.
Il rendimento prossimo allo zero offerto dai Titoli di Stato più gettonati, i Bot ad esempio, induce molti a ritornare ad acquistare quote dei fondi comuni d’investimento.

Fortemente penalizzati dall’esplodere della crisi finanziaria, questi strumenti di risparmio collettivo hanno da un po’ di tempo ritrovato l’interesse di una crescente popolazione di risparmiatori.
Vuoi per la possibilità di acquistare le quote ad un prezzo decisamente più basso di quello raggiunto a luglio 2007, vuoi per i rendimenti soddisfacenti offerti nel corso del 2009, il dato relativo ad ottobre mostra evidenti segnali di ripresa per tutto il pianeta Fondi Comuni.

Certo la marcia di recupero resta ancora lunga dopo i tracolli che si sono protratti fino all’inizio del 2009, ma per coloro che entrano la possibilità di cogliere i frutti della ripresa.

I dati resi noti da Assogestioni parlano chiaro: ad ottobre la raccolta è stata pari a 1,26 miliardi di euro. I flussi positivi, secondo l’associazione, sostengono il patrimonio che, nonostante l’altalena dei mercati, resta stabile poco sopra i 420 miliardi di euro.

A far la parte del leone sono le categorie Azionari, Bilanciati, Flessibili ed Obbligazionari, i quali, da soli, con oltre 1 miliardo di raccolta, sostengono l’andamento del settore.

Secondo Assogestioni questa categoria mostra un patrimonio in crescita che copre il 38% degli asset di settore ed è pari ad oltre 150 miliardi di euro.
Rispetto a settembre torna a crescere anche la categoria degli Azionari, con oltre 480 milioni di euro, mentre segna una flessione di circa il 20% la quota del patrimonio investita in questi prodotti.

Resta comunque di vitale importanza, per tutelare al massimo i risparmiatori, la consulenza offerta da banche e Sgr, anche se, in molte occasioni, gli investitori si sono sentiti offrire prodotti di ogni genere che in molti casi, basta leggere le pagine economiche dei quotidiani, li esponevano a rischi elevati e a rendimenti insoddisfacenti.

Maurizio Zani - XageneFinanza2009



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