Il punto sui mutui


9 Marzo 2010 - Il perdurare della crisi economica e l’immobilismo della Banca Centrale Europea ( Bce ) nell’aumentare i tassi d’interesse mantengono inalterate le attuali condizioni dei mutui immobiliari.

Il costo del denaro ai minimi di sempre consente a coloro che vogliono stipulare un mutuo variabile di partire con i tassi più bassi dal dopoguerra: su una durata di 20 anni la media è del 2.03% e sale di pochi centesimi se ci si spinge verso la soglia dei 30 anni, ma i prodotti più concorrenziali e migliori riescono ad offrire un tasso dell’1.7%.

Per giungere a tassi così determinati viene utilizzato come parametro o il tasso Euribor ad 1 o 3 mesi o il più conveniente tasso Bce, cui viene aggiunto uno spread, una sorta di premio.
Attualmente il tasso Euribor è inferiore al tasso Bce, ma l’andamento storico è favorevole al tasso Bce.

E’ prevedibile che nei prossimi mesi i tassi della Banca centrale europea si posizioneranno, e chi è intenzionato ad aprire un mutuo dovrebbe essere in grado di fronteggiare, per evitare sorprese, un incremento della rata di circa il 50%. Se non si è in grado di sostenere questo ipotetico ma possibile incremento, meglio puntare su un tasso fisso.

Coloro che non vogliono correre rischi possono trarre vantaggio anche in questo caso dai tassi più bassi ottenibili da quando è stato introdotto l’euro: la media ricavata da Mutuionline.it è pari al 5.5%, ma, anche in questo caso, si possono spuntare offerte inferiori di qualche centesimo.

Sulla carta i mutui a tasso fisso sono meno convenienti specie ora, visto che la differenza con i prodotti variabili è molto ampia, ma la precauzione fondamentale per i prodotti a tasso fisso è quella di capire quando verrà fissato il tasso d’interesse.

Il tasso reale, infatti, non è quello evidenziato dal preventivo, ma quello proveniente dall’Eurirs, il parametro cui sono agganciati i mutui a tasso fisso, del giorno in cui si fissa il tasso.

Sul mercato, tuttavia, si stanno affacciando con sempre maggiore successo i mutui variabili con il cap, che danno la possibilità di porre un freno all’ incremento dei tassi. In pratica si paga una sorta di assicurazione contro l’aumento del costo del denaro.
Secondo Telemutuo.it o Mutuionline.it il cap incide per una percentuale dello 0.8% rispetto ai mutui variabili, ma se il livello complessivo del tasso giungesse a superare il 6.5% tutto compreso, allora la formula con il paracadute assicurativo non offrirebbe più alcun vantaggio.

Maurizio Zani -XageneFinanza2010



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